Giovanni Fabbri – Guerrino Siroli, mostra di pittura
9 febbraio 16:00, 12 febbraio 08:30, 14 febbraio 08:30, 15 febbraio 09:00, 16 febbraio 09:00, 19 febbraio 08:30, 21 febbraio 08:30, 22 febbraio 09:00, 23 febbraio 09:00, 26 febbraio 08:30, 28 febbraio 08:30, 1 marzo 09:00, 2 marzo 09:00, 5 marzo 08:30, 7 marzo 08:30, 8 marzo 09:00, 9 marzo 09:00, 12 marzo 08:30, 14 marzo 08:30, 15 marzo 09:00, 16 marzo 09:00, 19 marzo 08:30, 21 marzo 08:30, 22 marzo 09:00, 23 marzo 09:00, 26 marzo 08:30, 28 marzo 08:30, 29 marzo 09:00, 30 marzo 09:00
FABBRI & SIROLI : “Le vie parallele”
dal 9 febbraio al 30 marzo – Vinaia
“Le vie parallele” è un progetto congiunto che mette in risalto l’opera di due importanti pittori romagnoli che si distinguono nel panorama delle proposte artistiche di quel territorio per la capacità, da parte dei due attori, di analizzare e produrre elaborati che indagano la natura e le condizioni umane nel suo incessante dialogo.
Così nasce l’idea di una mostra d’arte, nel suggestivo scenario museale patrimonio UNESCO del Verginese, per dar vita ad un dialogo che parla di adesione, coesione, rimandi tra due modi di fare arte e far narrare ad ognuno dei due il proprio racconto senza invasioni né sovrapposizioni ma collaborazioni e complicità.
D’altronde la capacità di lavorare insieme tra Guerrino Siroli e Giovanni Fabbri e già nota al pubblico poiché tante sono state nel passato le occasioni in cui i due artisti hanno già lavorato insieme per realizzare progetti espositivi di importante qualità artistica e suggestiva componente estetica.
Lavori selezionati per questo importante evento culturale che catturano lo sguardo e focalizzano l’attenzione su aspetti che comportano riflessioni sulle espressioni del mondo e sulla natura che ci avvolge e coinvolge ma, soprattutto, che riflettono e decantano stati d’animo, ambientazioni rurali, elementi di vita materiale e spirituale nel quale possiamo riconoscerci e fonderci fin dentro al sentire delle cose per viaggiare nei luoghi della memoria consci o sconosciuti che siano.
La mostra dei nostri due protagonisti vuole così significare ciò che con le parole non riusciamo ad esprimere lasciando al linguaggio del segno, del colore e della materia tanto caro a Giorgio Morandi l’esperienza dell’attimo che coglie, raccoglie e rielabora per trasformare il vissuto in crescite e la narrazione in verità, una verità e una crescita che evolvono mediante evocazioni di ricordi assopiti, sguardi della memoria ed emozioni coscienti.
Se nell’opera di Guerrino Siroli ritroviamo con facilità elementi materici a lui molto cari che tramano le fila del racconto per spiegarci con maggiore enfasi gli aspetti più marcati della condizione dell’Uomo a metà via tra l’oggi, il suo passato e il rapporto con la natura, con Giovanni Fabbri ci proiettiamo verso una dimensione più volatile ed effimera, a volte più figurativa e realistica che simbolica e metaforica, sempre incline al racconto più dell’anima che della figurazione fine a se stessa per scavarci dentro ed elaborare il pensiero sull’esistenza di un creato che vive e si muove con e dentro i nostri tempi.
Con Siroli, che rimane fedele ad una tecnica originale e propria che utilizza materia spessa e folta, substrato di consistenza e densità, si caratterizza la dimensione materiale dell’esistenza umana rispetto alla leggerezza della dimensione e della vita spirituale nei suoi vari aspetti e sollecitazioni, affrontando a volte e subendo in altre tutti i condizionamenti e le suggestioni del mondo che ruota intorno a noi; una traduzione letterale in un linguaggio estetico vigoroso e marcato che lascia spazio all’immaginazione ma soprattutto all’incombenza che prevale e domina la scena.
Fabbri invece ci trasporta nell’immaginario di una metafora che nasce dalla visione delle cose, dal volo ad uccello, da un girovagare a tutto tondo nelle evoluzioni della memoria che riconducono ad antichi riti, magie arcaiche, mondi dell’inconscio inesplorato ma vivo in noi che l’immagine evoca e ricorda per non farci perdere nelle disillusioni del reale, trasportandoci e ricollegandoci alle nostre radici.
Un lavoro, questa mostra d’arte, che è uno sguardo oltre l’apparenza e l’appartenenza della cose, un modo per riflettere e proiettarci in quella dimensione parallela da cui possiamo vederci ed evocarci.
“La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia” citava Carl Gustav Jung.
Ed ecco allora lo svelarsi di quel cuore che posto al centro della produzione artistica dei due maestri pittori sta a dire che dobbiamo porci alla pittura – e al racconto che da essa sale – come potremmo porci a chi si vuol bene e guardarlo per quel che vuole dirci accogliendolo e permettendogli di smuovere dentro di noi quel che c’è da smuovere affinché giunga l’ora, grazie all’emozione, di svegliarci da quel torpore assoluto che il nostro quotidiano pone oramai alla condizione umana.
Una pittura per riflettere, una pittura per guidarci ma soprattutto un’arte per godere della bellezza della vita di tutti i giorni, narrata nell’occasione con un velo di speranza e di desiderio per un mondo semplice e migliore alla portata di quel cambiamento che ognuno di noi è in condizione di fare.
Ingresso gratuito